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In tutta la tradizione della storia dell'arte possiamo individuare due generi principali che si alternano e in qualche modo si contrappongono dialetticamente: il ritratto e il paesaggio. Il primo concentra la sua attenzione sull'uomo, sull'individuo, sugli aspetti psicologici, emotivi, interiori della persona. Nella scultura, nella pittura e poi nella fotografia è in questo caso la figura a essere al centro della visione. "Un ritratto! Che cosa c'è di più semplice e di più complicato, di più evidente e di più profondo?" (Charles Baudelaire). Nel Cinquecento il ritratto aveva vissuto un momento d'oro sia con il Classicismo di Raffaello, sia con i ritratti più inquieti dietro l'algida corazza del Manierismo di Bronzino e Parmigianino, sia con quelli fatti di colore di Tiziano dove sembra che la sontuosa varietà dell'abbigliamento faccia da pretesto al gioco della luce.